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Agostino e Dossetti, due giganti del pensiero cristiano, due icone a confronto per una guida alle nuove generazioni. È stato dedicato a loro l'ultimo appuntamento della rassegna “Cultura al parco”, patrocinata dall'Amministrazione Comunale di Ginosa e dalla Pro Loco sotto la regia attenta e puntuale di Domenico Savino. Dopo Antonio Biella, Michele Pacciano e Angelo di Leo, la serie di incontri letterari si è conclusa con gli autori mons. Pietro Maria Fragnelli e l'avv. Cesare Paradiso e il loro libro “Giuseppe Dossetti: sentinella e discepolo”. Una riflessione arricchita dalla presenza di mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto. L'incontro, moderato da don Renzo Di Fonzo, si è aperto con l'intervento del presidente del Consiglio Comunale ginosino Vito De Palma. Cattolico impegnato in politica, ha tenuto a ribadire la necessità di «continuare a far scoprire ai giovani figure straordinarie come quella di Dossetti, perché non si tirino indietro di fronte all'impegno diretto». «Il libro è su Dossetti – ha spiegato mons. Fragnelli – e non sul “dossettismo”, ovvero quella corrente politica che privilegiò l'alleanza con la sinistra. Dossetti va ricordato per la sua testimonianza intellettuale e spirituale. Arrivato alla politica per obbedienza e perché la guerra lo aveva portato a riflettere su cosa fare concretamente per risollevare il proprio paese e i cittadini, dopo aver studiato per tanti anni, Dossetti è stato un testimone autentico del cristianesimo. Un cristianesimo non volontarsitico, della “buona volontà” o “dell'opera da compiere” ma un “cristianesimo che si mette in ginocchio”, che sa che “tutto è grazia”». Un cristiano, quindi, che metteva al primo posto la Parola di Dio. Cesare Paradiso si è soffermato invece sul Dossetti “civile”, «una persona – a suo dire – rimossa non casualmente dalla società italiana contemporanea. Se vivesse qualcosa ancora la direbbe a questo paese; essenzialmente che ci sono appunto delle regole, ovvero delle asticelle, dei limiti che non si possono superare. Una di queste è la Costituzione: un vero “patto di sangue”. Ecco perché Dossetti ha sempre risposto in modo vibrante agli attacchi alla Carta che, diceva, “con i problemi dell'Italia non c’entra nulla, anzi serve a risolverli”». Chiusa la parentesi politica, la serata è proseguita con l'intervento di mons. Scannavino, che ha tracciato in un’illuminante sintesi finale, la convergenza tra Agostino e Dossetti. «La vita – ha ribadito il vescovo di Orvieto –, sia in Agostino, sia in Dossetti è vissuta e percepita come un dono in cui tutto avviene per grazia di Dio. Il cristiano deve guardare ad ogni evento della sua vita, come una teofania, una manifestazione dell’amore di Dio, del cui progetto egli, uomo e cristiano, è parte attiva ed integrante».



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