Verso il novecentenario. Oggi durante la messa delle 18,30, mons. Pietro Maria Fragnelli, con una Lettera ai fedeli che sarà letta dal vicario, mons. Giuseppe Favale, dà il via ai preparativi per celebrare il novecentesimo anniversario della chiesa dell’Assunta, detta anche “d’a Madonna d’a gran” traduzione in laertino di “Santa Maria la Grande”. La data della consacrazione è scritta in una lapide: 27 aprile 1112. Leggenda vuole che questa chiesa sia la più antica di Laterza; leggenda alquanto inverosimile perché per essere la più antica doveva sorgere nel centro abitato, ed invece ne è fuori, anzi è propriamente “fuori le mura”, distante dalla difesa naturale della Gravina sul cui ciglio fu edificato il primo nucleo laertino. In origine in quel luogo, un falsopiano della murgia laertina, esisteva un convento, o un’abbazia, quindi l’Assunta è la chiesa del convento, tant’è che nel costruire la sacrestia dov’era un giardino furono trovate tombe nelle quali erano sepolti monaci, i primi furono benedettini, poi subentrarono monaci e monache di San Gioacchino da Fiore, poi dei cistercensi. Fino alla metà del secolo scorso, Laterza aveva tre chiese classiche, appunto la chiesa matrice di San Lorenzo, nel centro del Centro storico, il santuario Mater Domini, e la Madonna della Grande, in paese a poca distanza erano aperte anche Santa Filomena e Sant’Antonio, in campagna la Madonna delle Grazie, un piccolo edificio a copertura di una suggestiva chiesa rupestre, territorio oggi “deturpato” da stadio e capannoni industriali, infine il Purgatorio, chiuso ed oggi, da bene culturale, ridotto a sala per convegni, altre chiese in rovina e, nella prima campagna, grotte dedicate a santi, quindi in un tempo assai lontano luogo di culto. Poi furono edificate Santa Croce e Spirito Santo. L’Assunta, fondata dalla contessa Matilde moglie del conte Alessandro di Matera, al cui feudo Laterza apparteneva, fu eretta parrocchia nel 1948 da Vincenzo Cavalla, Arcivescovo di Acerenza e Matera. La sua struttura è a tre navate, le laterali prendono luce da due abbaini rotondi, vi si notano elementi barocchi e sta, quasi ultima tappa, sulla strada che da Taranto porta a Matera, il cui convento, quindi, alle origini era anche un luogo di sosta e di riposo. Per un po’ di anni l’Assunta ha costituito un argomento di doglianza per i suoi fedeli perché sostituirono il suo campanile un po’ diruto, con uno in cemento armato. Poi hanno tagliato quest’ultimo ed ora si apprestano a costruirne uno nuovo ma conforme all’originale, e l’inaugurazione del nuovo campanile, dovrebbe essere uno dei momenti salienti della celebrazione del nono centenario, fra poco meno di due anni, il 27 aprile del 2012. Novecento anni, cioè mille e molti di più di mille, stante il lentissimo andare del tempo fino a pochi decenni fa, può essere un momento di rivisitazione esistenziale e religiosa ad un tempo. E infatti, mons. Fragnelli, nella sua lettera ai fedeli chiede che il IX centenario sia “un’occasione importante non solo per la parrocchia dell’Assunta, ma anche per tutta Laterza e per tutta la Diocesi e le realtà culturali del territorio”. Pertanto, conclude il vescovo di Castellaneta, “accogliendo il comune desiderio, dopo aver sentito i Parroci ed i miei Collaboratori, ho pensato di dare il via ad un percorso che durerà dal 15 agosto 2010 al 15 agosto 2012”, con iniziative culturali e pastorali e con interventi strutturali concernenti l’antica chiesa e le adiacenze, tra cui il campanile. Per cominciare il vescovo chiede al parroco, padre Luigi Nuzzo, la costituzione di un “Comitato pro IX Centenario”, che dal prossimo mese di ottobre stimoli e coordini la partecipazione della città e della diocesi, delle singole persone e delle Istituzioni, alla ricorrenza. Laterza avrà modo per riflettere su se stessa, perché la sua storia nota, fatta di pastorizia e conceria, di ceramica e forni, è successiva alla consacrazione dell’Assunta. Ma è un segno dei tempi che sia la Chiesa come istituzione a cogliere tutte le occasioni possibili per riproporre le domande di riscoperta della dignità umana.