Il pescatore farà l’esploratore. Stasera in casa Pdl due problemi: il proprio candidato sindaco e l’alleanza con il movimento Tradizione e Progresso, che ha almeno tre candidabili sindaci pesanti, Licia Catucci, Franco Perrone e Vito Di Lena. Il Pdl, invece ha due autocandidature: quella esplicita, su lettera riservata al partito, di Vito Minei; e quella consegnata alla colonne del “Corriere” da Leonardo Pugliese come spettanza degli ex An, sia pure con un candidato da individuarsi. Il Pdl, al dire di Minei, ha messo a punto una strategia usata nei tempi di incubazione della crisi della prima repubblica: “il mandato esplorativo”. Pugliese è colui che ha chiesto in pubblico la candidatura, il Pdl ha in animo di concedergliela, ma a condizione che, insieme con il segretario Giovanni Bruno e il vice e suo fedelissimo Antonio Perrone, in un paio di settimane, trovi sul suo nome l’accordo della coalizione uscente, cioè “Tradizione e Progresso” e Udc ed eventualmente altri movimenti. Pugliese ha per hobby la pesca d’altura, ora dovrà esplorare gli abissi della politica politicante che anche a Laterza è fatta di “ni”, di allusioni, di riserve, di temporaggiamenti: un percorso pieno di trappole. Il primo candidato del Pdl, dunque, ha mandato pieno e tempo determinato, un precario, insomma. Nelle usanze della prima repubblica il primo candidato era il dissodatore di un terreno indurito dall’aridità, il diluitore di richieste spartitorie, chi stancava i logorroici, chi scioglieva i bisbetismi, cioè aveva il destino di essere la virgiliana ape che fa il miele per gli altri e non per sé. E se Pugliese non dovesse farcela? Minei scrolla le spalle, come a dire: avanti un altro, cioè egli stesso: autocandidato, ma con pudicizia. Ma se si entrasse nel “dopo-Pugliese” emerg erebbero molte incognite, tutte nelle mani di due ex sindaci: l’astuto e abile manovriero Vito Di Lena, e lo spiccio decisionista Giuseppe Cristella.