La piccola piazza gremita anche nei posti in piedi, i versi in musica di Fabrizio De Andrè liberi di attraversarla nell'aria frizzantina di una trasparente sera d'agosto. Gruppi e solisti diversi ad avvicendarsi sul palco: l'Utep, gli After Midnight, i tarantini Golconda, i Clear Decadence, i baresi Averla Piccola, e poi Franco Guida al violino, le "voci" Marinunzia Perrone e Giampiero Acito, don Andrea Cristella, Giovanni Scarati. Almeno due generazioni sorprese, dall'altra parte, a mettere insieme, a fior di labbra e non solo, rime e note senza tempo. L'omaggio al cantautore genovese, proposto l'altra sera dall'associazione culturale "Società e Progresso" a dieci anni dalla scomparsa, e inserito nel cartellone di LaterzaEstate, rassegna stagionale curata dal Comune, non ha tradito le aspettative degli organizzatori. E' andato oltre. Da Via del Campo, a Bocca di Rosa, dalle Tre Madri, al testamento di Tito, dal fiume Sand Creek al suonatore Jones, attraversando la Buona Novella e la Storia di un impiegato, Rimini e Non al denaro non all'amore né al cielo: una piacevolissima "scorribanda" di emozioni nella "lingua cantata" di De Andrè, evocatore di sogni e tessitore di poesia. Sotto le luci soffuse dei lampioni di Vico Balbo.