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La traversata nel deserto dei miroglini non è terminata. Centottanta degli ex operai tessili sono ancora in attesa che almeno per quarantacinque di loro le porte della fabbrica di contrada Girifalco si riaprano. Tanti promette di riassumerne la Logistic & Trade, impresa che vorrebbe realizzare un progetto attinente alla preparazione di alimenti imbustati e pronti all’uso, la cosidetta quarta e quinta gamma. A spingere per questa soluzione è anche la filctem cgil che ieri ha rilasciato un comunicato con cui sollecita il ministero dello sviluppo a sottoscrivere l’accordo quadro. La vertenza, seguita a lungo da Giuseppe Massafra attuale segretario della Cgil jonica, è giunta ad un nodo cruciale poiché nel frattempo ogni forma di sussidio, ivi compresa la mobilità è in scadenza con l’incubo possibile per molti di non avere nessun reddito con il quale tirare avanti. “Per la prima volta in sei anni di vertenza siamo davanti alla possibilità concreta di ricollocazione di una parte dei lavoratori dell’ex tessitura di Puglia” dice Massimo Gravina rappresentante sindacale aziendale sempre per la cgil. “Questa opportunità” prosegue “è ora al vaglio della Regione Puglia e di Puglia Sviluppo, che, dopo aver dato parere favorevole al progetto preliminare, stanno verificando la sostenibilità del progetto definitivo presentato dalla Società Logistic & Trade”. Progetto che ha subito un drastico cambiamento con lo spostamento dalla ex filatura di Castellaneta alla ex torci-tessitura di Ginosa. Secondo la filctem l’incontro a Roma è il passaggio fondamentale perché siano definite le condizioni di organizzazione delle attività industriali e di ricollocazione dei lavoratori e soprattutto la prosecuzione della vertenza con l’obiettivo della piena occupazione. La soluzione trovata finora lascia infatti a bocca asciutta 135 ex dipendenti nonostante le molteplici manifestazioni di interesse giunte al ministero ed alla regione Puglia in questi anni. Con clamorose marce indietro di imprenditori volta per volta giudicati idonei. Attualmente l’opificio di oltre 55mila metri quadri al coperto è stato ceduto in comodato d’uso per metà della sua estensione alla Logistic dal comune di Ginosa divenuto proprietario dello stabilimento grazie ad una donazione del gruppo tessile di Alba. Ed in questi giorni, in seguito ad un collaudo del quadro elettrico, le luci esterne si sono riaccese per la prima volta dopo tanti tempo. Nel frattempo infatti sia la sorveglianza sia l’illuminazione avevano dovuto essere ridotte anche per questioni di costi e lo stabilimento era stato preso di mira dai “cacciatori di rame”. Il caso della Miroglio di Ginosa è divenuto un caso simbolo per la straordinaria resistenza dei lavoratori nel ricercare altri imprenditori in grado di rimettere in moto lo stabilimento. Non a caso la Cgil sottolinea “questa vertenza è stata il simbolo della capacità di quanto il lavoro e la sua difesa possano essere motore di unità e solidarietà”.



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» Autore: Nicola NATALE
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